Cose che ho imparato (sbagliando) nell’organizzare laboratori di formazione

Fedele al mio detto che gli errori si fanno (anche sul lavoro, anche se ti hanno messo in guardia) ma il vero problema è il ripeterli dopo averli fatti senza imparare dall’esperienza, enumero di seguito una serie di buona pratiche emerse in questi ultimi sette mesi nell’organizzazione dei laboratori di realizzazione ebook di quintadicopertina. Si tratta di buoni consigli che declino in una seconda persona singolare che sono prima di tutto io:  Continue reading

Si riesce a vendere ebook al Salone del Libro?

collaneappesePer il secondo anno con Quintadicopertina abbiamo tenuto uno stand al Salone del libro di Torino dove, fra il materiale informativo e le riviste del nostro partner Altrinformazione, offrivamo la possibilità di acquistare ebook direttamente in fiera.

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Dieci anni di Creative Commons, e l’editoria che fa?

Dieci anni fa nascevano le prime licenze Creative Commons -presentate da un pool di esperti in diritto informatico e proprietà intellettuale- con lo scopo di adattare il diritto di autore a nuove esigenze creative e rendere l’accesso ai contenuti intellettuali in rete più semplice e meno costoso. Alla base delle CC, la necessità di sostenere la libera circolazione della informazioni e della cultura e tutelando il diritto d’autore e il lavoro intellettuale.   Continue reading

#Uweb 3- Siamo makers o artigiani?

Una questione di linguaggio
Ai convegni si parla di innovazione, finanziamenti, start-up, business plan & angel,
cultura e informazione. Poi si torna a casa, si intravede dal finestrino un panorama desolante: verrebbe da chiudere le tendine e non pensarci più.
Alla sede di Confindustria a Reggio Calabria sabato mattina si è provato a spogliare il linguaggio, per tornare a una terminologia essenziale. Forse più cruda e aspra, forse concreta e veritiera.
Uno dei promotori della piattaforma IBAN, “i business angel network”, utilizza come spunto del suo discorso l’assunto che “il termine start up nasce dal fallimento di venticinque anni di politiche di sostegno alle imprese e alla creazione di impresa”. Per evitare di dover fare autocritica e costruire una progettualità diversa, si è direttamente cambiato il nome. Difficile andare lontano se non si impara dall’esperienza.   Continue reading

#Uweb 2 – Fra cultura e innovazione, progetti in via di realizzazione (il barcamp)

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(tutte le immagini sono di Claudia Zappalà Toscano: si ringrazia l’autrice per la gentile concessione)

Settanta persone nella sala di un locale vengono ad ascoltare otto progetti di impresa volti all’innovazione attraverso la rete e le nuove tecnologie: sono cifre che al Nord te le devi guadagnare, probabilmente qui a Reggio ancora di più. Lato partecipazione questa manifestazione comincia nel migliore dei modi. Continue reading

#Uweb – Cultura e innovazione dalla Calabria al Resto del Mondo

u-web-locandina-02Venerdì 30 novembre e Sabato 1 dicembre a Reggio Calabria c’è stato ‘U Web, una manifestazione cui sono stata invitata dai promotori Libera Reggio Lab, Terre Arse, e in particolare da Alessio Neri neo “Asterisk Edizioni”.

Il senso di questo evento (e quello della mia partecipazione) a dir la verità lo ho capito solo mentre il tutto avveniva, quando sono stati presentati progetti per portare innovazione e lavoro in un territorio complesso e variegato, quando persone mi venivano incontro e mi facevano domande dirette sul mio lavoro e sulle possibilità di riuscita, quando si è parlato di leggi, di finanziamenti, di come usare la rete per sviluppare sinergie fra privati volte a ovviare le mancanze -anzi veri e propri ostacoli- che il settore Pubblico impone.

Da parte mia diverse aspettative: girare per Reggio e annusarne l’atmosfera, capire che combina l’editoria al sud, provare anche solo a immaginare cosa voglia dire vivere e lavorare in un “sud” che avevo cominciato a scoprire anche attraverso un libro che abbiamo da poco pubblicato.

Tranne un punto (di editori, a parte Alessio, non ne ho visto nemmeno uno) tutte le mie aspettative sono state esaudite, anzi ne ho ricavato molto di più: riassumo le esperienze in tre post, divisi per tematiche, che appariranno di seguito mentre rielaboro il materiale raccolto.

#Uweb 2 – Fra cultura e innovazione, progetti in via di realizzazione (il barcamp)

#Uweb – Finanziamenti, innovazione, start-up e creazione d’impresa: alcuni consigli dal sud al nord

#Uweb – Una genovese a Reggio Calabria

AAA Esperto stregone cercasi per sostituzione addetto stampa

“La presenza del mega-seller dimostra la forza dell’editore, la sua capacità di controllo del mercato. Con il digitale è il lettore che assume il comando, che parla all’interno della comunità, che sceglie cosa, dove, e a che prezzo comprare il libro”.

E’ il panico per voi editori?

“Diciamo che ci siamo molto vicini. L’editore deve capire come comunicare con il lettore. E non è facile in un mercato che tenderà a frammentare sempre più lo spettacolo dei libri”.

Lo ha detto Riccardo Cavallero, direttore generale Mondadori, qualche giorno faraccontando di un mega-seller sta vendendo sempre meno, e della difficoltà a rinnovare in digitale gli ingredienti di quella magica ricetta che dà vita al successone da un milione di copie.

Le figure intermediarie fra editore e lettore perdono forza, e così anche la critica e la stampa di settore. 

Dalla (ridotta) prospettiva da cui opero ho una considerazione empirica da fare, che forse è un po’ la scoperta dell’acqua calda: ciò che piace alla stampa ha ben poco a che fare con ciò che piace ai lettori. Per la promozione di un testo nuovo lavoro con tre gruppi di contatti: stampa cosiddetta ‘tradizionale’, luoghi e figure di riferimento nella rete, (blogger, siti di letteratura e critica, etc), i lettori e i posti dove si parla direttamente con loro. Per i tre gruppi, tre lanci differenti.

Bene: dopo quasi due anni di Quintadicopertina (fatte salve un paio di cantonate), mi rendo conto che un testo piacerà ai giornalisti, verrà ripreso più volte ma venderà pochettino, un altro invece passerà sotto silenzio, ma i lettori lo premieranno con l’acquisto. Le cose che fanno più notizia non sempre sono quelle che vanno meglio; anzi.

Nessun problema in questo: il gioco si fa più divertente. Si prova un giorno a ‘nutrire la stampa’, l’altro i lettori. Con un testo si appare, con l’altro si vende. E questo si spiega anche agli autori, barattando le vendite con la rassegna stampa.

Ma perché la stampa parla di testi che poi non vengono letti dai lettori? Si parla di un ebook per motivi che suscitano la curiosità “epidermica” del lettore che “clicca” per soddisfare un lancio accattivante. Ma usciti dalla notizia, la si dimentica. La funzione critica nel giudicare un libro si è spostata -forse- dalla stampa ufficiale ai lettori stessi, che condividono una “notiziabilità” diversa, concentrata sul piacere della lettura (lasciando da parte qualsiasi giudizio qualitativo: non è nelle intenzioni di questo post ‘pesare’ i giudizi dei critici o dei lettori).

Il megaseller inizia a non funzionare più come prima perché è un modello vecchio, basato su una comunicazione dall’alto al basso. Ma la comunicazione oggi avviene anche e soprattutto su linee differenti.

Non è certo questo che contribuirà a risolvere le problematiche del mega-seller di Cavallero che non vende più (per me un buon successo è una media di 500 download a titolo e se li superiamo offro da bere all’autore, sta nel contratto), ma è indicativo di quanto sia necessario ridefinire strategie (e ruoli), e ritrovarsi un po’ stregoni con la sfera di cristallo, digitale.

Appuntamento a Bologna: Voci globali e informazione condivisa

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(Con la collaborazione dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna)

Voci globali e informazione condivisa

(Il ruolo dei citizen media dalle rivolte del Nord-Africa al Giappone)

Venerdì 1 aprile 2011 ore 15.30

Ordine dei Giornalisti Emilia Romagna Strada Maggiore 6 – Bologna

Dalle recenti rivolte nei Paesi arabi al disastroso terremoto in Giappone, sono i cittadini a battere sul tempo i mass-media, innescando nuove dinamiche comunicative e dando linfa all’attivismo e alla partecipazione sul campo. Global Voices, community che rilancia e traduce le produzioni dei cittadinireporter in tutto il mondo, e la sua estensione italiana, Voci Globali, insieme agli esperimenti di editoria sociale digitale di Quintadicopertina.com, puntano ad aggregare e amplificare le voci dei netizen e dei social media.

Un passaggio fondamentale nell’odierno panorama informativo e culturale, per riaffermare la partecipazione e il diretto coinvolgimento dei singoli al divenire della società civile anche in Italia. In questo nuovo contesto esiste, e in che misura, una forma di collaborazione e di scambio tra citizen journalism e informazione mainstream? Quali i contributi reciproci, e come rilanciarli per favorire la partecipazione diretta dei cittadini al “fare informazione” nell’era digitale? Gli organizzatori propongono un momento di riflessione su tali questioni in un incontro aperto al pubblico, gentilmente ospitato dall’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna nella propria sede.

Intervengono:

Antonella Sinopoli (Global Voices – Voci Globali)

Maria Cecilia Averame (Quintadicopertina.com)

Antonella Beccaria (Il Fatto Quotidiano Emilia Romagna)

Porterà un saluto Gerardo Bombonato, presidente dell’Ordine dei Giornalisti Emilia Romagna

Contatti e informazioni: italiano@globalvoicesonline.org

Voci Globali è un esperimento di giornalismo partecipativo, mirato a rilanciare voci e opinioni spesso dimenticate dall’informazione mainstream. I temi principali sono Paesi in via di sviluppo, violazione dei diritti umani, giustizia sociale, tutela delle minoranze, rispetto della libertà di espressione, cyber-attivismo.

Global Voices Online è un progetto internazionale senza fini di lucro attivo da oltre 6 anni, mirato a far conoscere e amplificare la conversazione globale che avviene online — in particolare rispetto a Paesi e temi non-occidentali. Le decine di articoli e notizie quotidiane di Global Voices Online vengono poi tradotte e localizzate in 17 lingue, incluso l’italiano

Quintadicopertina nasce nel maggio 2010 come ambito destinato alla scrittura e alla comunicazione digitale. Sta preparando una collana di editoria sociale digitale per sostenere la condivisione di informazioni, esperienze, storie e narrazioni. Lavora in collaborazione con editori, giornali, enti impegnati in attività di sensibilizzazione e informazione.

EbookLab, uno spazio per tutti

Troppo moderni, troppo avanti, troppo slegati dalla realtà dei fatti? Oppure troppo pragmatici, terra-terra, privi di ambizioni, progetti e proposte innovative?
L’Ebooklab Italia 2011 è stato un ottimo esempio di come sia possibile coniugare il digitale parlando dell’editoria ‘del futuro’ (a onor del vero tanto prossimo da esser quasi presente) con un’approccio analitico ben ancorato al mercato, alle possibilità e alle dinamiche editoriali presenti.

Dalle applicazioni didattiche altamente innovative di Max Whitby (CEO Touch Press) ai Music Album di Luca Pianigiani (Jumper.it) realizzabili e realizzati oggi, qui in Italia. Dagli obiettivi a lungo termine e il prestito bibliotecario a ciò che realmente si muove, senza dimenticare le tematiche correlate al diritto d’autore, i DRM, ai micropagamenti, alla pirateria, al selfpublishing e alla scuola.

Insomma si è parlato di tutto, e il visitatore aveva ampia gamma di scegliere fra le tematiche proposte e seguirle in sala assieme agli altri, al piano inferiore comodamente seduti sul divano dagli schermi televisivi (lo ammetto: il mio luogo di riposo), o attraverso il web.

Personalmente, ho seguito con interesse le tavole sulla distribuzione e gli stores digitali il primo giorno, dove ho finalmente trovato risposta a due esigenze ‘forti’ di Quintadicopertina: l’apertura di un canale di distribuzione in America (si parla tanto di internazionalizzazione del mercato, ma ad oggi non era semplice essere presenti in altre nazioni), grazie ad un accordo fra Simplicissimus e Barnes&Noble, e la nascita di ‘Stop’, una prima edicola specificatamente volta al digitale, sempre di Simplicissimus, dove troverà collocazione anche Alfabeta2 e le nostre prossime riviste. Ne sono particolarmente soddisfatta, perché vedo -in un mercato ampio, fra dinamiche forti dove noi rappresentiamo una realtà veramente piccola- che anche le nostre esigenze riescono a trovare risposte efficaci e strumenti utili.

Venerdì, nonostante l’ansia del luogo, ho tenuto il mio breve intervento sulle opportunità per noi epublisher indipendenti, prendendo un paio di spunti dalle tavole precedenti. A cominciare dall’affermazione di Riccardo Cavallero di Mondadori (ho sorvolato sui suoi dubbi sul destino dei ‘simpatici e veloci nuovi operatori del digitale che avranno un tasso di mortalità piuttosto elevato’: ne riparleremo fra un paio d’anni).
Le sue parole sull’ebook più ‘consumabile’ che ‘conservabile’, magari destinato ad un utilizzo quasi usa-e-getta avevano suscitato ampio dissenso.
In realtà io editore non posso dare per scontato che il contenuto che distribuisco ai miei lettori oggi sia utilizzabile anche sugli ereader futuri e non è cosa da poco, ma non ha nulla a che fare con la conservazione dei contenuti e della cultura, quanto con la fruizione da parte del lettore finale.
Devo anche dire che, quando a diciassette anni leggevo ‘Nessuno scrive al Colonnello‘, preso in prestito dalla libreria di mia madre e mai ‘mio’, poco me ne importava, l’importante era l’atto della lettura e il piacere subitaneo che ne derivava. Mi piace l’idea di un libro ‘consumato’, bruciato, divorato, mangiato e poi digerito.

Abbiamo anche parlato di selfpublishing e ci siamo chiesti se dobbiamo averne paura, e qui la mia risposta è un ‘no’ secco, perché rappresenta una scelta dell’autore che mi pare indicata in specifiche situazioni, e come editore digitale sta a me creare un progetto editoriale dove testi materiali e narrazioni trovino una collocazione e del valore aggiunto: quella di Quintadicopertina è l’idea di una editoria che può divenire sempre più ‘partecipata’, in rete: con gli editori tradizionali, con chi fa informazione, con il mondo culturale nel web e l’associazionismo nel territorio.

Per il resto, nuove conoscenze con volti che ho subito riconosciuto amici anche se non ci eravamo mai visti e di ritorno una nuova partenza con rinnovato entusiasmo. Mi resta solo il rammarico di non aver chiesto direttamente a Fernando Mantovani di laFeltrinelli.it perché nel loro store non accettano gli editori esclusivamente digitali, ma sarà per la prossima occasione.