Scuola, il gigante digitale vende libri cartacei meglio di tutti.

Vendili presto, i tuoi vecchi libri di scuola.

Tanto fra qualche anno te li daranno gratis”

 

Acquisto dei libri scolastici: fotocopie con l’elenco dei titoli da acquistare consegnate all’alunno o da ritirare in segreteria, quando va peggio scritti a penna, quando va meglio scaricabili dal sito dell’istituto. Per il genitore, via al giro dei sette campanili fra negozi di testi usati o specializzati in scolastica, questue fra gli alunni delle classi superiori, spese impreviste spesso superiori ai 300 euro.

Ma anche no.  

Adesso si può andare su Amazon, si seleziona la regione, poi la città e il quartiere, infine l’istituto scolastico e la classe. Ed ecco magicamente comparire l’elenco dei libri adottati (quello che ogni scuola potrebbe mettere apertamente consultabile sul proprio sito, mica sono dati personali), e altrettanto magicamente ti mostra quali ha in disponibilità, usati o nuovi al 15% di sconto, e quali invece farà recapitare con qualche giorno di ritardo. Carta di credito e via, la faccenda è chiusa.

Amazon in realtà ha fatto tesoro di quello che già c’è, ovvero la banca dati dell’Associazione Italiana Editori, messa a disposizione su licenza e qui consultabile gratuitamente. Questo significa che ogni singola scuola in Italia avrebbe potuto utilizzarla, con risparmio di fotocopie o foglietti copiati a penna. Ma forse non è il suo compito. O magari qualunque distributore avrebbe potuto pensarci. Ma di questo non si occupa. Amazon grande e cattivo, o noi pigri e lenti? (e abituati all’inefficienza?)

Dario Zucchini su Dschola analizza la composizione dei titoli presenti, che secondo la attuale normativa devono (dovrebbero) avere una espansione digitale, mostrando le modalità in cui questa espansione può attuarsi. Fra tutte, primeggia l’espansione on line, ovvero l’utilizzo di contenuti in rete, oltre al testo cartaceo. Difficili da utilizzare (Nota Casa Editrice ad esempio propone per le medie una piattaforma con accesso per soli maggiorenni), e di conseguenza poco utilizzati. Esperienze d’uso non proprio favorevoli per lo sviluppo del digitale nella scuola.

Per il libro digitale, quello che manca ora è il contenuto digitale, si dice.

Siamo sicuri? Contenuti scolastici digitali pensati e sviluppati per l’apprendimento ce ne sono (pensiamo all’offerta di Garamond), e piattaforme di apprendimento ‘complete’ anche (vedi Didasfera).

Un operatore nel settore della stampa tradizionale mi raccontava di essere andato in una delle scuole che l’anno scorso hanno sperimentato l’uso dei testi scolastici in tablet. “Come è andata?” ha chiesto ai professori e questi gli hanno detto bene, continueremo l’anno prossimo, ma anche con i testi di carta. Utilizzeremo tablet con testi scolastici sopra, ma i ragazzi avranno a fianco anche i libri di carta. Quindi, quanti insegnanti sono disposti a ripetere l’esperienza di apprendimento esclusivamente elettronico, e quanti richiedono alcune funzionalità “digitali”, magari avanzate e complesse, accanto al loro testo di carta?

Ma soprattutto, quanti di questi rappresentano l’insegnante medio italiano, quanto l’insegnante è disposto a farsi queste domande, e quali competenze avrebbe questo insegnante nel scegliere uno strumento digitale piuttosto che un altro, e come servirsi di testi di carta, in epub, on line, in cloud a seconda delle diverse esigenze?

Come non ripetere quanto sta avvenendo con il registro elettronico?

L’introduzione del registro elettronico avrebbe dovuto (e realmente potrebbe) eliminare scartoffie, migliorare didattica e comunicazione. E’ stato invece un grande incubo, risolto con difficoltà e causando problemi più grandi di quelli che si voleva risolvere. Mancano strumenti, indicazioni, competenze. La voglia e la consapevolezza di poter servirsene, per migliorare il proprio lavoro.

E il testo scolastico digitale ‘imposto’, cosa combinerà nella pigrizia, burocrazia e lentezza della scuola italiana?

*Per chi se lo fosse domandato, la frase in corsivo a inizio di questo post è stata detta da un insegnante delle medie a mio figlio che chiedeva che fare dei libri vecchi. Ed io ho paura del professore medio, che da domani invece che utilizzare uno strumento, cartaceo digitale o scolpito su pietra, comincerà a servirsi delle proprie dispensine da far imparare a memoria, senza servirsi d’altro.

Abbiamo un problema, che non è di carta o digitale. E’ sostanzialmente culturale.

2 thoughts on “Scuola, il gigante digitale vende libri cartacei meglio di tutti.

  1. Una delle pochissime cose che sono riuscito a mettere sul sito della scuola, è l’elenco dei libri. Penso sia motivato dal fatto che, in questo modo, la Segreteria si è alleggerita di richieste pressanti. La procedura oggi si è semplificata con: “guardi sul sito”. Peccato che c’è poco altro…

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