I primi di febbraio Quintadicopertina ha pubblicato il suo primo instant-book sui fatti recentemente avvenuti in Tunisia: anzi, è stato scritto mentre ‘i fatti’, in Tunisia, stavano accadendo. Nella realizzazione, abbiamo tenuto in considerazione tre direttrici principali: la cronaca, raccontata attraverso le parole dei blogger di Global Voices, la storia e gli accadimenti che hanno portato alla situazione attuale, e infine le risorse della rete: video, tweet, materiale integrativo.
Sulla possibilità di utilizzo dell’ebook -e delle short-stories- come format giornalistico si sta discutendo molto, anche in relazione ai costi e alla risorsa che l’ebook potrebbe rappresentare.
Aggiungo due considerazioni.
L’instant-book potrebbe essere importante non solo perché potrebbe rendere importante ciò che per un libro sarebbe troppo breve (o perché si adatta al nostro cervello ed allo stress “quanti libri, non riesco a leggerli”, come pare suggerire un commento al primo articolo citato). L’ebook permette di dare al lettore qualcosa in più, un valore che su carta non potrebbe essere proposto: contenuti aggiunti, video, fonti linkate o riportate, un eventuale aggiornamento a costo zero per il lettore…
Secondariamente, l’instant-book potrebbe essere sì un valore per i giornali in crisi, ma anche per associazioni, organizzazioni, ONG ed enti impegnati in azioni di comunicazione, attivismo e denuncia.
E all’editore, un nuovo ruolo: reperire, collegare, gerarchizzare, mettere in rete e promuovere testi e tagli differenti, integrando l’inchiesta giornalistica con le narrazioni di storie di vita, o i racconti dei blogger con la cronaca e la storia, senza fossilizzarsi in una unica forma di narrazione per offrire al lettore qualcosa di più, che ‘su carta’ non potrebbe avere.