Degli ebook si parla ad ‘ondate’: per qualche settimana si ragiona sul nuovo ruolo dell’editore, poi si passa alla distribuzione, il mese successivo al centro dell’universo digitale vi è il lettore e così via. In questi giorni la comunicazione e il nuovo marketing editorial-digitale sembrano essere la chiave di successo di ogni impresa.
Quintadicopertina è piccola, e magari l’esperienza di chi vi partecipa non particolarmente consolidata, ma proprio per questo qualche riflessione sulle possibilità e gli inconvenienti che la rete offre ai ‘piccoli’ la può fare.
Che fare se non si ha la forza di organizzare grandi campagne ‘viral aggressive’, dispensare Sangue finto birra vera e testamenti on line?
La necessità di visibilità è tale da far convenire il vendere un libro per un tweet ?
Francamente questo genere di promozione non mi convince, troppo affine al regalare prodotti ai blogger. In più, ragionando su una nicchia, ridotta o più ampia, ma ancor sempre nicchia, non vorrei finissimo per twittarci e ritwittarci fra noi il medesimo messaggio. Senza nemmeno poi dover far finta di condividerlo. Allora preferisco coinvolgere il mio lettore, dargli l’opportunità di comprendere cosa ci può fare con il digitale, di giocarci e di creare, visto che il mercato si sta costruendo adesso ed anche i lettori non hanno ben chiaro cosa potrebbero desiderare.
Far pagare un libro con un tweet può andar bene per un mercato più ad ampio respiro, dove io -piccolo- perderei la mia forza. Che è il conoscere la mia nicchia, e poter mostrare di amare le stesse cose che interessano il mio lettore-interlocutore. Rivelare che abbiamo una passione che ci unisce. Creare una partecipazione che vada oltre il livello razionale. Esageriamo: incentivare emozioni. In fin dei conti stiamo parlando di libri!
La visibilità si acquisisce, e come piccolo e sconosciuto (e privo di finanziamenti importanti) si può dare per scontato che nessuno la regalerà. Ed è meglio così: andrà acquistata in pari passo con l’esperienza fatta sul campo. Però c’è la possibilità di entrare direttamente in contatto con il proprio lettore (certo, se si conosce con chi si vuol parlare), e di coinvolgerlo nel progetto editoriale.
Quintadicopertina, nei suoi primi giorni di vita, è stata presentata in diversi web-luoghi. A noi non ci ha sorpreso, ma il ‘ritorno’ avuto è stato più o meno inversamente proporzionale alla fama della testata (o blog, o sito) su cui è uscita, e direttamente legato alla qualità delle discussioni sul tema di interesse.
Un esempio? Dal sito di Wired.it abbiamo avuto, nelle dodici ore seguenti, una trentina di accessi. Da Tevac (purtroppo adesso offline) cinquecento visite nelle primissime ore, e cinque libri venduti. Ma in proporzione, ancor migliore è stato l’effetto di it.comp.avventure.testuali, da cui sono provenuti in mezza giornata meno di trenta visitatori che hanno portato all’acquisto di sette libri.
Numeri certo piccoli, ma indicativi dell’importanza di conoscere a chi si sta parlando, e cosa si vuole.