Mi pare che l’affermarsi di iniziative di citizen journalism (e non solo) possa rappresentare una opportunità per il terzo settore e per le realtà che agiscono nel sociale di raccontarsi, di parlare dal territorio al territorio, di fare informazione e perché no, attivismo sociale.
L’informazione che nasce e cresce nel territorio ha la possibilità di essere più mirata, e attenta alle differenze, al linguaggio, alle storie di vita e alla comunicazione su temi sociali.
Un esempio? Il 23 Marzo in Spagna è nato periodismo humano, che, come spiega ‘Il giornalaio’ nella presentazione dell’iniziativa si propone di parlare di temi usualmente tralasciati da mezzi di comunicazione tradizionali, dando voce alle organizzazioni sociali che si muovono sul territorio.
E chi paga tutto ciò? L’iniziativa si finanzia attraverso il crowdfounding e le donazioni dei privati cittadini che credono nei singoli progetti. Personalmente avrei più voglia di pagare una loro notizia, piuttosto che una del Times.
Qui il Manifesto del giornalismo per i diritti umani, dove si accenna all’ampliamento delle possibilità di accesso ai nuovi mezzi di comunicazione, che favoriscono il diritto di informare e essere informati favorendo il sostegno (?desarrollo? io e lo spagnolo non andiamo molto d’accordo) del giornalismo per i diritti umani, soprattutto nei luoghi dove questo può essere messo in dubbio da interessi politici o economici.
Qui un’altra ‘Carta del Giornalismo partecipativo‘ che apre con le parole ‘giornalismo partecipativo, democrazia, casa europa‘, che richiama alla valorizzazione delle voci ‘ dal basso’ e la possibilità, attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini nella produzione delle informazioni, accanto ai professionisti del settore, come un mezzo per riportare al centro del discorso pubblico interessi, necessità, criticità, bisogni delle persone comuni. E’ consultabile all’interno di un progetto di narrazione delle periferie fra Italia e Francia.
Qui invece a pagare è l’Unione Europea, attraverso l’Europe for citizen programme’.
Dall’informazione ci possiamo spostare leggermente verso la sensibilizzazione e l’attivismo: dai Paesi Arabi (via La stampa) un filmato che spiega le ‘dieci maniere di trasformare l’informazione in azione’ (http://www.informationactivism.org), rivolto a tutti coloro che vogliono agire in prima persona per la tutela dei diritti umani, prodotto da una ONG americana.
Una ultima segnalazione: la Bagdad Marathon (hanno un sito e un gruppo FB) organizzata per ottobre 2011, occasione per organizzare numerose iniziative di sensibilizzazione fino alla data dell’evento (il sito non è molto aggiornato, meglio seguirli su FB).